Salvatore Ligios, Tore per gli amici, nato a Villanova Monteleone, dove abita, da famiglia bittese, fa, anzi è, un sacco di cose: editore brillante e generoso (Soter Editrice), fotografo dallo scatto fedele ma allo stesso tempo creativo, scrittore e docente di fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Sassari, ha pubblicato in questi giorni un elegante libro fotografico impreziosito da un video. S’intitola “Gli atlanti - Tracce di Identità” e può essere considerato una felice novità editoriale. Mette in primo piano foto integrali di una buona parte dei giovani sindaci sardi. Accanto alla foto, note connotative del personaggio, rapide ma puntuali, completano la pagina.
Novità editoriale, si diceva, anche se Tore aveva già pubblicato, nel 1999, un altro libro di foto intitolato “Facce di sardi. Ritratti d’identità”, “con il quale – afferma – ho tentato di isolare la categoria ‘privilegiata’ degli intellettuali e sui loro volti ho voluto testare la capacità di raccontare la contemporaneità dell’identità”. “A più di un decennio di distanza – scrive Sonia Borsato nel suo bell’intervento cui accennerò dopo – l’operazione si ripete, ma il tiro si fa maggiormente selettivo e il campo d’indagine specificatamente politico. Ma non la politica del potere largamente inteso (televisivamente conosciuto, mi verrebbe da dire) ma potere briciolina, periferico e riverito nel suo millimetrico definirsi nei ritmi delle comunità più minuscole dell’estesa isola nel cuore del Mediterraneo”. Ed ecco perché la nuova opera di Tore Ligios si può definire novità editoriale.
Realizzato assieme a Vincenzo Ligios (laureato in Psicologia della Comunicazione all’Università degli Studi di Padova, residente da tre anni in Gran Bretagna, si interessa, premiatissimo, di video e fotografia), il libro è stato presentato da Martino Demuro, che da munifico padrone di casa (assieme ai suoi fratelli) ha ospitato la “festa” dell’uscita del libro, nella sua splendida azienda vinicola “Vigne di Surrau”. Festa “sposata” da Martino con l’auspicio-certezza che “questo progetto culturale è un importante tassello che solleciterà l’interesse del pubblico al dibattito sull’identità contemporanea della Sardegna, tutelata non inseguendo astratti sogni che si rifanno al passato ma alimentata prendendo in esame il fare concreto del nostro agire quotidiano”.
Il libro è arricchito dai contributi, in apertura, scritti e orali, di importanti personalità isolane come lo stesso Tore Ligios e, nell’ordine, Sonia Borsato, insegnante di Storia dell’Arte all’Accademia delle Belle Arti di Sassari, Giulio Angioni, Pietro Soddu e Manlio Brigaglia. Lucidi e disinvolti, alcuni sindaci, anche a nome degli altri presenti e di quelli assenti, hanno preso la parola.
Per quando riguarda il piccolo paradiso che ha ospitato una vera e propria moltitudine di convenuti, metafora reale del benessere, dell’impegno sociale e della cortesia (perdonatemi) tutta gallurese, non c’è che augurarsi che alle “Vigne Surrau”, nelle vicinanze di Arzachena sulla via della Costa Smeralda, questo connubio cultura-politica (e non solo) continui: e non certo soltanto per il raffinato banchetto che funge, ogni volta, da degno corollario.
Franco Fresi